Descrizione
Meditazioni sul diletto che Dio prova nell’essere Dio.
Dio è l’essere più importante che esista, il creatore di ogni cosa, e gli esseri umani devono la loro dignità unicamente a Lui. Conoscere Dio, pertanto, è qualcosa di assolutamente ed eternamente appassionante. Dio è la fonte di ogni delizia, in grado di soddisfare pienamente ed eternamente l’essere umano.
A questo punto sorge spontanea la domanda: dove dobbiamo cercarlo? Come possiamo conoscerlo? È Dio stesso a risponderci: “A Silo il Signore si rivelava a Samuele mediante la sua Parola” (I Samuele 3:21). Dio rivela se stesso tramite la sua Parola. Se vogliamo conoscere Dio, dobbiamo investigare la sua Parola.
Il pensiero fondante del libro I piaceri di Dio è questo: il valore e la dignità di una persona si vedono dalle cose che ama. Nel riflettere su questa verità, quindi, mi sono chiesto: qual è la cosa che Dio ama di più? Qual è l’oggetto in cui Dio si diletta al di sopra di ogni altro?
A questa domanda vogliamo rispondere non per mera curiosità, ma perché in questo modo comprenderemo a fondo il valore e la dignità di Dio. Il telescopio che utilizzeremo nelle nostre osservazioni ha questo nome: le perfezioni di Dio rivelate attraverso le cose in cui Egli prova piacere.
I benefici che si ricevono nell’approfondire la conoscenza di Dio in questo modo sono molteplici. La nostra mente e il nostro cuore sono stati creati per questo scopo: conoscere Dio e amare Dio. Nulla è paragonabile all’illuminazione della mente e al risveglio dell’anima se non la seguente presa di coscienza: questo è il motivo per cui esisto.
Quindi, poter conoscere Dio con la mente e gustare Dio con il cuore è un’esperienza che non ha paragoni. Ogni altra esperienza deve condurci a questo pensiero.
Si tratta inoltre di una questione molto pratica. Conoscere e gustare la gloria di Dio è qualcosa che ci cambia radicalmente, e tale cambiamento si evidenzia inevitabilmente nei nostri atteggiamenti e nelle nostre azioni. Contemplando la sua gloria, noi siamo trasformati.
John Piper, pag.304